Mi chiamo Elisabetta Marzetti, sono un’insegnante in pensione da 10 anni, specializzata nella differenziazione didattica secondo il metodo Montessori.
Ho insegnato per quarant’anni presso la scuola Montessori facente parte inizialmente del Circolo Didattico di via Quarenghi e successivamente dell’Istituto Comprensivo Riccardo Massa.
Ho iniziato a fare supplenze presso la scuola elementare di via Quarenghi nel gennaio del 1971 e lì ho potuto conoscere la realtà montessoriana in quanto era stata avviata in tre classi una sperimentazione di metodo Montessori.
Affascinata dalla metodologia e dalla conduzione delle classi da parte delle competentissime insegnanti, nell’anno scolastico successivo, 71/72, ho deciso di frequentare il corso di differenziazione didattica secondo il metodo Montessori che in quell’anno si svolgeva al Villaggio Falk di Sesto S. Giovanni, era tenuto dalla dottoressa Giuliana Sorge ed era rivolto principalmente a insegnanti di scuola materna e dei primi due anni della primaria.
Ho conseguito il diploma Montessori nel maggio del 1972.
Nell’ anno ‘71/’72 mi è capitato di fare qualche supplenza anche nelle suddette classi montessoriane dove ho potuto verificare di persona la validità del Metodo, la serenità dei bambini nel lavorare, la loro voglia di imparare e la loro capacità di autonomia.
Nell’anno scolastico ‘73/’74 sono entrata di ruolo e ho preso servizio nella classe terza Montessori della scuola di via Quarenghi, scuola dove sono rimasta fino al pensionamento.
I primi due, tre anni sono stati molto impegnativi: ho avuto momenti di difficoltà, anche perché la classe affidatami era molto impegnativa, dubbi e insicurezze, ma fortunatamente sono sempre stata supportata dalle insegnanti delle altre due classi, soprattutto dalla più anziana che, con la sua professionalità e la sua serenità, mi tranquillizzava e mi dava consigli e suggerimenti.
Quello che non mi è mai mancato però era l’entusiasmo, l’impegno, la voglia di imparare e di migliorarmi.

Coi bambini di questa classe e delle successive ho sempre avuto un rapporto basato sulla comprensione, l’affetto, la disponibilità, la capacità di ascolto, il senso di giustizia, la lealtà e la fiducia reciproca, insegnando loro però che per stare bene insieme occorre il rispetto reciproco e quello di alcune regole basilari. Ho cercato di osservare i loro comportamenti nei momenti di lavoro e nei momenti di gioco per capire la loro personalità e la loro capacità di interagire con gli altri. Quando succedeva che si verificassero comportamenti eccessivamente trasgressivi, tali a volte da rappresentare un pericolo, gli alunni venivano ripresi con decisione e gli veniva tolto il lavoro o venivano fermati dal momento di gioco, poi si discuteva sull’accaduto per riflettere insieme. Ho sempre cercato di trasmettere ai bambini che anche gli adulti possono avere dei limiti e possono sbagliare e che col rispetto e l’educazione si può esprimere la propria opinione e far valere le proprie ragioni.
Nei miei 40 anni di insegnamento ho avuto certamente momenti pesanti e di difficoltà in cui a volte mi è sembrato di sbagliare e di avere fallito, però ci sono state soprattutto tante soddisfazioni: ottenere l’affetto, il rispetto e la fiducia dei bambini, vederli aprirsi e raccontarsi, vederli entusiasti di quel che si fa a scuola, vederli lavorare con attenzione e impegno, vederli collaborare e soprattutto acquisire pian piano quella capacità di autonomia che è uno dei cardini della pedagogia montessoriana. E soprattutto avere la conferma che anche dopo anni hanno mantenuto un buon ricordo di te, dei momenti passati a scuola e di tutto quello che si è fatto insieme. Anche coi genitori ho sempre avuto un rapporto rispettoso, ma molto aperto e amichevole che mi ha permesso di instaurare stima e fiducia reciproca. Durante le riunioni ho sempre spiegato i cardini del metodo e ho cercato di presentare i materiali, così che nelle giornate di “scuola aperta” i genitori potessero poi vederli utilizzare dai loro figli.
Il metodo Montessori, come ho sempre detto ai genitori o ai colleghi delle classi tradizionali, non è una tecnica didattica, ma è davvero un diverso approccio alla visione del bambino e dell’insegnamento in cui la maestra non è la sola ad essere al centro del processo di apprendimento, anzi deve sapere farsi da parte e saper osservare. Il suo compito principale è quello di saper suscitare l’interesse e la curiosità dei propri alunni attraverso l’introduzione di argomenti ( grande lezione ) che poi verranno approfonditi dai bambini nel lavoro libero, durante il quale essi utilizzeranno sia il materiale strutturato, sia quello preparato ad hoc dall’insegnante.
Ritengo tutto questo molto impegnativo per gli insegnanti montessoriani rispetto ai colleghi delle classi tradizionali, perché si tratta di preparare nei dettagli la grande lezione e occupare parecchio tempo per la costruzione di materiale cartaceo ( non schede da fotocopiare, ma “comandi” o nomenclature) via via utile secondo gli argomenti trattati. Il materiale deve essere curato, ben fatto, con la possibilità che il bambino controlli l’errore da solo, perciò ho dedicato parecchie giornate durante l’anno e nelle vacanze estive alla sua preparazione. Ho preparato materiali per il lavoro di scienze (il mutamento degli alberi secondo le stagioni, le fasi di costruzione dello stagno, le fasi di sviluppo dei girini o delle farfalle che allevavamo, il ciclo dell’acqua, il galleggiamento, la nomenclatura delle parti dei bulbi che interravamo, i vari tipi di semi, gli attrezzi utilizzati nell’orto, suddivisione tra viventi e non viventi, tra vertebrati e invertebrati, le 5 classi dei vertebrati) e di geografia (differenza tra ambiente naturale e ambiente antropizzato, contrasti geografici, nomenclature relative ai 3 globi, al planisfero, ai continenti, nomenclature e caratteristiche dei diversi tipi di ambienti, mare, montagna ecc., cartelloni delle fasce climatiche ecc.). Praticamente tutto quello che nelle classi tradizionali viene affrontato utilizzando i libri di testo, nelle classi montessoriane viene preparato dall’insegnante in modo che i bambini possano lavorare in autonomia. Eventuali schede fotocopiate che possono essere utilizzate costituiscono il punto di sintesi e non quello di partenza. La preparazione del materiale dunque è molto impegnativa, ma dà veramente tanta soddisfazione.

Sarebbe importante perciò che tutti gli insegnanti dei plessi Montessori lavorino insieme ( magari durante le programmazioni) per costruire materiale utile per le varie materie e le varie classi così da avere una specie di archivio a cui poter attingere ogni anno, ovviamente rinnovando il materiale se rovinato o ritenuto obsoleto.
Nella mia scuola abbiamo cercato di farlo, ma non sempre per problemi organizzativi e di tempo, siamo riuscite a portarlo a termine.
E’ molto importante e utile il confronto tra colleghi che può diventare una sorta di “autoaggiornamento” in cui ci si confronta sull’utilizzo e la preparazione dei materiali, sulla conduzione della classe e sugli obiettivi da raggiungere.
Nella mia scuola negli anni sono stati fatti anche molti Progetti (“Il giardino un cosmo a scuola”, “I diritti dell’infanzia”, “Arte e natura”, “Educazione sessuale e all’affettività”, “ Star bene insieme nel gioco e nel movimento” e altri ) che hanno coinvolto tutte le classi montessoriane, alcuni anche in verticale. Per la loro realizzazione sono state utilizzate spesso ore dedicate al Plesso e/o alla programmazione in modo da poter contare sulle proposte e sulla collaborazione di tutti gli insegnanti, compresi i docenti di sostegno.
Inoltre la collaborazione tra i docenti e gli alunni di tutte le classi ha permesso ogni anno la realizzazione di due spettacoli (uno a Natale e uno a fine anno ) di recitazione e canto che ancora una volta ha permesso di far incontrare i bambini di tutte le classi.
Io sono veramente contenta e fiera di aver lavorato per tutti gli anni della mia carriera di insegnante in una scuola di metodo Montessori, ho sempre considerato questo lavoro un privilegio e l’ho svolto sempre con entusiasmo e motivazione ed è un’esperienza che consiglio a tutti i giovani insegnanti.

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